lunedì 11 aprile 2011

Nostra Signora degli idrocarburi








  “Un’assurdità, una volgare assurdità”. È così che il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, bolla il parere positivo del Ministero dell’Ambiente alla ricerca di petrolio in mare al largo delle Tremiti. “A 26 chilometri dalle n...ostre splendide isole, a meno di 50 dalla costa garganica, come in tutta la costa adriatica pugliese, non deve sorgere nessuna piattaforma. Il nostro Adriatico non può essere deturpato da tubi e tralicci. È un paradiso naturale ed è una straordinaria attrattiva turistica per la Puglia, che sta già rischiando di vedere penalizzata ingiustamente da altre emergenze una delle sue risorse economiche principali”. “Né prospezioni né trivellazioni, il mare pugliese non si tocca. Non ha perso forza il parere negativo della Regione ad installazioni devastanti per l’ambiente e il paesaggio marino”, dichiara il presidente Introna”. “Come abbiamo già più volte ribadito nell’ipotesi di localizzazione di centrali nucleari o di siti di stoccaggio di scorie radioattive, la Puglia fornisce già un contributo maggioritario alla bolletta energetica nazionale, con gli impianti brindisini e con la grande spinta verso la produzione di energia pulita e rinnovabile prodotta con l’eolico e il fotovoltaico”. Tornando alla scelta del governo nazionale sulle ricerche di idrocarburi in mare della multinazionale irlandese, il presidente del Consiglio regionale ricorda il pronunciamento compatto a difesa della costa pugliese di tutti i parlamentari, compresi quelli che siedono nei banchi europei, e dei rappresentanti degli Enti locali: Regione, province, comuni. “È un giudizio che non può non essere rispettato. Alle scelte anti-ambientali del ministro Prestigiacomo manca un presupposto essenziale: il consenso del territorio. E la Puglia ha detto ‘NO’”.


 


Stefania e i petrolieri.







INCHIESTA. Ecco quali sono i nuovi affari della famiglia Prestigiacomo. Sul ministro dell’Ambiente pesano decine di conflitti di interesse: dovrebbe multare i clienti delle “sue” aziende.
Chissà cosa sarebbe stato dei Prestigiacomo senza la politica. Anni fa, le due donne della famiglia si sono divise per bene i ruoli. Stefania nei Palazzi e la sorella primogenita Maria Pia nei Consigli di amministrazione. Prima che la stella dell’attuale ministra dell’Ambiente cominciasse a brillare in Parlamento, le cose non è che andassero proprio benissimo alle aziende di casa. Ancora oggi, ci sono ben 957 creditori che bussano alla porta del capostipite Giuseppe Prestigiacomo. Reclamano 51 milioni di euro dal 1997, anno del fallimento del gruppo Sarplast, costato al signor Prestigiacomo una richiesta di rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta.

 






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