sabato 31 gennaio 2009

I limiti del progresso


Questi bambini senza campagna


Questi bambini senza campagna nascono tristi,
crescono defraudati.
Non hanno visto la bava del bue,
non han sentito l'odore dell'erba
al bacio dell'aurora.


Credono che il latte nasca
da barattoli coltivati.
Non hanno bevuto la rugiada dal calice delle rose.


I cavalli non hanno lasciato nel loro orecchio
lo scalpiccio dal suono rotondo
che mai non muore.


Le rozze pietre
non entrarono in contatto con le loro mani;
e l'usignolo tace tra le foglie
dipinte dei libri.


Non hanno mai bagnato
i piedi nel ruscello,
i piedi prigionieri
che non conoscono l'erba nè la polvere.


Mangiano la frutta
comprata sul mercato
senza la gioia
del desiderio sull'albero.


Mai hanno visto nascere le tenere foglie,
nè il sole spuntare tra la bruma.


Un panorama senza orizzonte
gli serra il passo, sempre.


Irrimediabilmente tristi,
quei bambini senza cielo e senza campo.


Poesia dalla Colombia(J.A.Balseiro)


Fonte


venerdì 23 gennaio 2009

mercoledì 21 gennaio 2009

Un tuffo nelle emozioni del passato


Ieri ho ritrovato, in mezzo a tanti fogli dimenticati per anni alla rinfusa, un disegno ingiallito, prodotto nei miei anni giovanili. Sicuramente perfettibile, è per me molto importante in quanto risultato dei miei primi approcci ai ritratti a matita.


disegno di Pino Santoro

sabato 17 gennaio 2009

Maltrattereste queste due creature?




Purtroppo c'è chi utilizza la propria creatività per questo scopo

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"L'esrcizio di crudeltà sugli animali è tirocinio di crudeltà sugli uomini"



martedì 13 gennaio 2009

Le vittime sono sempre gli innocenti


Chi decide una guerra, purtroppo, non la subisce altrimenti....



Onestamente io nella guerra israelo-palestinese non so mai da che parte stare....









Blogger: Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utente CesareAugusto82




io lo so. sto con i morti









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domenica 11 gennaio 2009

Grazie Fabrizio

"Non avrai altro Dio all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.


Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:

quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Il quinto dice non devi rubare
e forse io l'ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:

ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami
così sarai uomo di fede:

Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
ma non ho creato dolore.

Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:

guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:

ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:

nei letti degli altri già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:

io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore".

mercoledì 7 gennaio 2009

A proposito di smaltimento





Pochi giorni fa l'associazione Passoditerra ha stampato un poster in cui vengono illustrate una parte delle varietà locali di prodotti che caratterizzano la biodiversità cegliese.
E' conseguente ricollegarsi alle "proposte indecenti" pubblicate da Dylandog in cui si promuove
un utilizzo consistente di prodotti biologici locali e di stagione.
Se venissero regolarmente preferiti tali prodotti del nostro territorio, si contribuirebbe ad un considerevole risparmio energetico dovuto ai lunghi trasporti, ad un minore inquinamento e, non meno importante, ad un migliore benessere economico locale.
Alcuni nostri produttori sono attrezzati per vendere, in latterie site nel centro abitato, ottimo latte sfuso (me ne servo personalmente) a basso costo e con risparmio di contenitori da dover aggiungere ai tanti rifiuti da smaltire.
Inoltre si produce un ottimo olio ricavato da olive locali "alije nardol" che in questo periodo dell'anno è disponibile in grandi quantità. Immaginate quante bottiglie di vetro in meno da smaltire nell'arco dell'anno e quanto si risparmierebbe se, attrezzati di un contenitore idoneo, ci procurassimo la scorta di olio per tutto l'anno?
A questo scopo si potrebbero organizzare, da parte dell'Amministrazione Comunale, adeguate fiere promozionali per sensibilizzare la gente a  consumare prodotti  biologici di ottima qualità, reperibili sotto casa.



sabato 3 gennaio 2009

Un cegliese nel mondo








Riporto qui un bellissimo commento dell'amico Zino su un mio




Ho da dire anche se è fuori tempo (non lo è mai se si ha da dire) che questo gioco fatto con un filo di spago annodato imparato da bambino l'ho insegnato ai miei figli.
Con grande meraviglia 4 anni fa durante un pausa lavorativa giocherellavo e giocherellavo da solo sempre al primo passaggio quando mi si è avvicinato un giovane ragazzo della Romania da poco assunto nella mia ditta...ha proseguito nei vari passaggi con vera maestria rifacendo con cura i passaggi inversi per evitare la fine precoce del gioco.
Era il passatempo della sua nonna non gli sembrava vero eppure anche se poco più che ventenne per quegli istanti era ritornato bambino a casa dei Suoi.
I giochi poveri di tutto il mondo sono uguali come uguale è la sofferenza di tutti i poveri del mondo. (mi disse come si chiama ma non lo ricordavo già un minuto dopo, nu,lu chiamamm- a naca)