venerdì 31 ottobre 2008

Retrospettiva


L'artista Pino Santoro intervistato da L'Idea di New York



Lunedì, 9 maggio 2005



 



1. Maestro Santoro, da quanti anni si è dedicato alla pittura?



Ho sempre avuto un rapporto preferenziale con l’immagine rispetto alla parola. Ho vissuto la mia infanzia, negli anni ’50, in un mondo contadino ancora tradizionale ed ho assorbito i colori forti e violenti dei paesaggi della nostra Puglia, degli straordinari tramonti dietro il verde dei secolari ulivi, dei bianchi accecanti di casolari dipinti di calce sferzati dal sole, del giallo oro del grano, del rosso dei papaveri, del nero delle notti illuminate soltanto dal cielo stellato o dalla luna. E’ stato naturale per me trasferirne le emozioni sulla tela. Negli anni ’70 ho sentito il bisogno di non tenere per me tali sensazioni, ma di comunicarle agli altri, ed ho cominciato a proporre le mie opere ad un pubblico che, con mio grande piacere, è diventato sempre più interessato e partecipe.    



 



2. Potrebbe spiegare quali sono state le più rilevanti evoluzioni stilistiche che ha avuto la sua arte?



Come ho detto in precedenza, ho uno stretto rapporto con l’immagine. Inizialmente, quindi, ho sentito la necessità di trasferire sulla tela la bellezza dei nostri paesaggi e la poesia della realtà contadina. La mia fase iniziale è cominciata con il Realismo fino a sfociare nell’esasperazione tecnica e nella resa fotografica dell’Iperrealismo. In una successiva evoluzione, dopo un periodo di pausa e di decantazione, lontano dalla pittura, di circa cinque anni, ho sentito l’esigenza di una ricerca  orientata verso il trascendente e il suo rapporto con l’immanente, realizzando quindi, quel bisogno, che accomuna tutti gli uomini, di spiritualità e di ricerca interiore, approdando al Metafisico che mi ha dato, a livello internazionale, molti consensi, tra i quali il recente riconoscimento di “Erede di De Chirico”.



 



3. Lei s'identifica con lo stile "metafisico"? Potrebbe approfondire tale definizione per i nostri lettori?



 La Metafisica, per sua stessa definizione, rappresenta tutto quello che è al di la della realtà fisica e del percepibile. Sono un convinto assertore dell’idea che l’arte è il punto d’incontro tra il mondo razionale ed una dimensione interiore, metarazionale. L’arte può essere, al pari della filosofia, un mezzo di ricerca del punto di fusione e di equilibrio dei grandi e spesso inconciliabili dualismi che ispirano l’attività umana. Immanente e trascendente, di­lemma irrisolto, antico quanto l’uomo, è uno dei temi che non mi rassegno a lasciare senza risposta e penso che l’arte possa dare il suo contributo al­la soluzione del grande quesito. Questi concetti, appunto, sono rintracciabili in quella corrente artistica che si identifica con il “Metafisico”. Questo, però, non mi conduce a ricerche filosofiche sterili, lontane dalla realtà. Tramite essa cerco di dare un contributo sociale positivo, denunciando le devianze a cui ci porta una società estremamente materialista e tecnologica, senza il supporto di un codice etico che segni i limiti oltre il quale ci rendiamo simili agli animali.



 



4. La sua opera "evoluzione orizzontale" mi ha colpito per l'efficacia nel rappresentare quella che parrebbe l'inevitabilità della metamorfosi evolutiva dell'essere umano da protoscimmia a robot. Il tutto riporta ad Asimov ed anche un poco ad H.G. Wells. Che cosa l'ha stimolato a dipingere questo magnifico quadro? (approfondisci la spiegazione sul contenuto delle immagini, se vuoi)



Questa opera potrebbe sembrare estremamente pessimista riguardo al futuro dell’umanità se non è inserita nel suo giusto contesto. Penso che l’uomo abbia tutti i requisiti per difendersi se è a rischio la sua sopravvivenza e lo dimostra quando si mobilita contro le catastrofi naturali (ne abbiamo avuto l’esempio, di recente, nel disastro per il maremoto nel sud-est asiatico). Il quadro invece vuole essere solo una provocazione, una scossa nel tentativo di invertire una rotta che porta allo svilimento di una parte importante della natura umana. Per “Evoluzione Orizzontale” intendo che la nostra civiltà ci sta portando a delle scelte che sacrificano la parte meno visibile, ma non per questo meno importante, della natura umana che ci fa desiderare una ricerca spirituale, verticale, a favore di una ricerca materiale e che io definisco orizzontale.  Non dobbiamo essere attaccati ad un esasperato materialismo, classificando banale tutto il resto, abbiamo disimparato a guardare verso l’alto. Ci vergogniamo di rimanere estasiati davanti a bellissimi tramonti, a cieli stellati, di stupirci per una coinvolgente poesia, di guardarci dentro. Abbiamo impiegato milioni di anni di evoluzione per acquisire queste facoltà che sono il sale della vita e la rendono bella da vivere. Il quadro è un invito a non superare quella barriera oltre la quale non ci potrebbe essere più possibile un ritorno e che ci renderebbe simili a un robot o addirittura essere sostituiti da esso.



 



5. Quali progetti artistici ha per il futuro?



Penso che il miglior modo di vivere l’arte è quello di non considerarlo mai un lavoro. Per me è stato sempre un hobby, una passione che mi ha già dato moltissimo. L’attuale genere stimola ancora la mia vena artistica ma non trascuro altre vie. Da alcuni anni ho acquisito la straordinaria e versatile tecnica della “Computer Art” realizzando con essa collaborazioni con case editrici e manifesti per svariati programmi di associazioni culturali ed Amministrazioni Comunali. Ultimamente mi sono concesso  qualche escursione nell’”Informale”, sia con opere pittoriche che con sculture in pietra e in legno. L’arte per sua natura non è mai statica ma in continua evoluzione.



 



6.Lei scrive anche poesie ed ha pubblicato due volumi. Quanta importanza ha la poesia nella sua vita? Quanto ha influenzato l'arte e viceversa?



Scrivo poesie già da moltissimi anni ma mi sono deciso da poco a pubblicarle. Il mio primo libro infatti è stato realizzato soltanto cinque anni fa. Poesia e pittura per me sono due facce della stessa medaglia. Sono due modi diversi di creare e dare le stesse emozioni; la pittura realizza immagini per mezzo dei colori, la poesia le realizza con la parola. Spesso, nelle mie composizioni, pittura e poesia si intersecano in quanto per alcune mie opere grafiche utilizzo le tematiche di liriche da me stesso realizzate.



 



7. Ha progetti letterari in corso o nel prossimo futuro?



Il mio secondo libro “Rossi di Oleandro” recensito dal poeta Vincenzo Gasparro, è molto recente in quanto è stato pubblicato nel dicembre del 2004, quindi per ora mi concedo una breve pausa. Ho già in mente però di approfondire (sono già a buon punto) una ricerca sulle tradizioni musicali del mondo contadino della Puglia, e del Salento. Oltre alla pittura e alla poesia ho sempre coltivato una terzo interesse, quello della musica,  ed ho fatto parte di gruppi musicali come percussionista. Il mio obiettivo è quello di realizzare una documentazione sulla musica salentina, e sulla tarantella in particolare, il simbolo per eccellenza del nostro territorio.



Manifesto della mostra di pittura nei locali Ex Ferrovia (Amministrazione Pietro Magno)


mercoledì 29 ottobre 2008

Puntualizziamo e chiudiamo la polemica


Sembra che non sei molto gradito da quelle parti gisan. ti stanno forse scaricando? Hanno sicuramente da perdere.
Antonio C.










utente anonimo



La prendo come una battuta la tua, Antonio, perché non sono sicuramente scaricabile in quanto non sono mai stato in carica a nessuno. Se qualche volta ho chiesto degli spazi per potermi esprimere, dopo il primo no non ho più insistito anche se era nel mio diritto non volendo peccare di presunzione. Se si chiude una porta se ne aprono tante altre, quindi non mi preoccupa essere ignorato da alcune persone. Quello che mi dà più fastidio è che quella stessa gente, conosce me e la mia mail quando deve promuovere e caldeggiare le proprie manifestazioni. Ovvero due pesi e due misure.










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Pro memoria

Depliant programma estivo 2003 a cura dell'assessore alla cultura Paolo Urso (amm. Annese)

sabato 25 ottobre 2008

IL GRANDE BLUFF


La folla oceanica di 2,5 milioni di persone si aggirava in realtà sui 200-300mila manifestanti. Numero a cui si dovrebbe sottrarre i 'sovvenzionati'...
Ma quello che è lampante è l'ormai chiara divisione tra il PD del Nord e quello Romano. Infatti Veltroni non ha ancora deciso se  rompere con l'Idv e il suo giustizionalismo alla Tafazzi e non sa ancora se 'deve' considerare Berlusconi un avversario da contrastare ma non demonizzare.



ombra veltroni



E così il povero Walter non trova pace
se non scrivendo novelle...











sabato 25 ottobre

dal blog dell'amico Francesco, www.leggendoescrivendo.splinder.com e dal portale   www.salviamoitalia.net


A quanto pare nel PD, non avendo più immagini di folla oceanica, usano un manifesto taroccato per la manifestazione del 25 ottobre a Roma con la partenza dei due cortei da Piazza della Repubblica e Piazzale dei Partigiani, e seguente comizio del Veltroni al Circo Massimo ore 17. A quanto pare quelli dell’Ufficio propaganda del Pd, invece di usare i mezzi a loro disposizione, vedi la nuova TV di partito oppure usare le casse di risonanza del loro alleato tramite i blog, che ti vanno a fare un manifesto che ritrae la folla di fedeli a San Pietro, il sacro ed il profano. Ma forse la scelta è stata per evitare che ci fossero bandiere arcobaleno, o peggio che ci fossero bandiere rosse o quelle dell’Ulivo o dell’Idv ; cosa c’era di più sicuro che una bella foto di piazza San Pietro, solo che gli è sfuggito qualcosa che tra i presenti fanno belle mostra preti e suore . Difatti guardando bene la foto si vedono prelati con il loro bel collarino bianco, suore preganti, bandiere del Portogallo e della Polonia ; ma non solo si nota anche la transenna di legno che delimita il confine tra l’Italia e il Vaticano, come dice Capezzone : errare umanum est perseverare è veltroniano…; e se per la manifestazione contro il governo, usano mezzi pubblicitari chiedendo aiuto al popolo del Vicario di Nostro Signore, stanno proprio alla canna del gas.
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domenica 19 ottobre 2008

sabato 18 ottobre 2008

Non se ne parla mai abbastanza

Due incidenti a settimana sono davvero tanti per una strada comoda e larga come la Ceglie-Francavilla. Oggi quasi all'imbocco della strada della Carcara c'è stato un ulteriore scontro. Non conosco la dinamica di questo in particolare ma la maggior parte dei precedenti incidenti sono dovuti all'alta velocità, a sorpassi proibitivi ed ai soliti cellulari in una mano e lo sterzo nell'altra.
Non è allarmismo il mio, basta scorrere i blog di questi giorni per rendersi conto che è una triste realtà. In un post precedente l'ho definita la strada della morte
.
Come in quel caso ripeto anche qui;
La vita è unica ed irripetibile e alla sua perdita non esiste rimedio.

venerdì 17 ottobre 2008

Avvertenze per l'uso

C'è  il rischio che dopo aver adempiuto a questo passaggio obbligato,  perché lo prevede la legge, dell'ascolto dei cittadini sul VAS, non venga tenuto conto delle proposte scaturite dall'incontro e si faccia tutt'altra cosa. Personalmente, questa sera, annoterò sul computer volta per volta le vostre idee,  in modo da tenerle nella giusta considerazione.

Parola di Borri

martedì 14 ottobre 2008

La miopia non diventi cecità


"Alla collina-acropoli, ove sorgeva il tempio degli dei, nell'antica Messapia, si accedeva mediante una ripida scalinata, ancora oggi esistente, sia pur modificata in epoca medievale, ‘i cento scaloni’ (sono in realtà 109 gradini)."
In realtà non sono più 109 perché gli ultimi sono stati tolti quando fu allargata la circumvallazione.
Bene per il progetto di recupero dei Cento Scaloni ora siamo in attesa dell'avvio dei lavori.
La domanda corretta non è se si costruirà a ridosso dei cento scaloni ma se si continuerà ad edificare visto che già ci sono manufatti ultimati o in fase avanzata.






Ecco cosa riportava il blog di Pino Scaccia, qualche mese fa, sull'argomento.

venerdì 3 ottobre 2008

Rinfreschiamoci le idee



Veduta di Locorotondo


Veduta di Ceglie

Un anno fa su questo blog proponevo le vedute di alcuni paesi vicini,  nella speranza che si prendessero come esempio. Per Ceglie, purtroppo, diventa sempre di più un'utopia.


giovedì 2 ottobre 2008

Solidarietà a Cegliemessapica

Purtroppo io ho dovuto da tempo fare la scelta per il mio blog di interdire gli anonimi e non la ritengo assolutamente una sconfitta (come non la ritengo quella del blog Cegliemessapica). Ho solo tolto l'opportunità a degli imbecilli di fare i Pasquino di turno (con tutto il rispetto per Pasquino che combatteva una battaglia per la libertà). Mi dispiace per Ceglie che uno di quegli anonimi, che mi ha denigrato in passato è politicamente impegnato, ma le urne sono un'opportunità per tutti. Con alcuni di essi il consiglio di iscriversi a Splinder è inutile perché molti di quei commenti sono solo momentaneamente anonimi ma in realtà fanno parte della piattaforma. Ma la vigliaccheria ha la meglio su di loro.
Peccato che non passa il messaggio che noi facciamo un servizio di pubblica utilità completamente gratis e senza contributi di nessuno. Anzi in alcuni casi paghiamo di tasca nostra. Siamo riusciti ad aggregare in rete gente che nella vita non si sarebbe mai incontrata. Molti di questi incontri si sono concretizzati nella realtà. Facciamo informazione, cultura, storia, educazione ambientale ed altro come un'associazione in piena regola ma c'è chi usa questo mezzo solo per farsi pubblicità invece di dare risposte.
E' un provvedimento drastico, non antidemocratico, caro Giacomo, ma il servizio utile del blog non viene intaccato minimamente.


A Ceglie

Neve vanitosa


in fiocchi ballerini esordisce


su proscenio bianco di calce.


In penombra silenziosa


arabesco albe radiose


e schiudo per te primavere.


Aura diffusa di antico,


impalpabile abbraccio,


non trasforma in santuario da amare.


Con false promesse


ti possiedono amanti di turno.


Pino Santoro (Proscenio bianco di calce)