venerdì 18 gennaio 2008

Costruttore di sogni

Ogni tanto sento la sua voce fioca dall'altro capo del telefono. Dopo i convenevoli si scusa per il disturbo e t'annunzia una poesia con modestia e leggerezza: "Da Rosellina t'ho lasciato una cosuccia, "na musciutie, come stone li curciule?".
Pietro Gatti crede che la vita si trovi anche nelle pietre e forse da ciò deriva la sua gentilezza schiva.
Quando cammina sul selciato non lascia tracce. Uomo di cultura vastissima sa che il successo e l'insuccesso sono due impostori e ciò che rimane della vita è il profumo del mandorlo in fiore e il canto del fringuello.
E' raro, ma quando s'infervora è amabile conversatore e le sue idee non le svende. L'engagement non gli va giù e in questi tempi di crisi ti vien voglia di dargli ragione.
Usa poche parole taglienti: " Viiciè, passanne da chjazze, t'agghje sentute parlà chiare, a'a cce sserve?".
Poi si rintana e tace e costruisce altri sogni.

Da "La pampanella amara" di Vincenzo Gasparro

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