venerdì 26 dicembre 2008

Presepe Vivente nel centro storico



Saranno quattro le serate in cui si potrà visitare il Presepe Vivente nel suggestivo scenario del centro storico di Ceglie Messapica:


venerdì 26 dicembre 2008
dmenica 28 dicembre 2008
domenica 4 gennaio 2009
marted' 6 gennaio 2009


Vi aspettiamo numerosi (tempo dispettoso permettendo)



domenica 21 dicembre 2008

I tempi biblici danneggiano la politica







Tre mesi per un si o per un no sono davvero tanti.


eppure la domanda è molto semplice


POSSIAMO RIPRENDERE I CONSIGLI COMUNALI?


LEGGI TUTTO




 

giovedì 18 dicembre 2008

sabato 13 dicembre 2008

Ottimismo natalizio


"Oltre i confini" di Pino Santoro

Ceglie e la sua gente


Assisa sul trono come una regina
la messapica Ceglie, superba ed altera,
domina dall'alto della collina
su colli e valli, maestosa e fiera,
sulle contrade frustate dal vento,
sul mare di ulivi, verde e argento.

Ricca di storia e di fitto mistero,
le lunghe radici attaccate al passato.
affronta il futuro con animo fiero
e con coraggio incontra il suo fato.
La gente qui a Ceglie non ha mai paura
ed è orgogliosa per propria natura.

Ma quando di sera, chiama San Rocco
col suono dolcissimo delle campane,
dentro ogni casa, al primo rintocco
e nelle contrade vicine e lontane
la gente di Ceglie, per un attimo tace,
si tocca la fronte e si fa la croce.

Giuseppe Natali
Primo premio poesia locale al "Concorso per il Centenario della chiesa di San Rocco" 1998

lunedì 8 dicembre 2008

Ricerca introspettiva


Ricerca introspettiva (olio e acrilici su tela 60/80) di Pino Santoro

Sgranando cantilene
occhi siderei
l’anima affondavo.
Fiaccola accesa
di un credere pagano
ultimi brandelli
sacrificai al dio Darwin.
Può fredda terra accoglierci
ultima alcova?
Da profondo cielo
agognai oracoli.
Da profonda anima
affiorò risposta.

da "Proscenio bianco di calce" di Pino Santoro

I luoghi che si desidera rivedere più volte nella vita.

venerdì 5 dicembre 2008

Stanze dorate


Stanze dorate
per i grandi signori,
servi e inchini
ai signorini,
sogni di gloria
per i forti padroni.
Splendido castello
per custodire
quel gran bordello
di poca gente,
gente di storia,
gente di gloria.
Eran briganti
gli uomini del bosco,
eran briganti
i violenti del mondo,
sono briganti
i defraudatori del pane
ai figli dell'uomo
e alla povera gente.
Stanze dorate...
capanne di bosco...
tutti figli dell'unica casa.




Don Michele Pastore

domenica 30 novembre 2008

A proposito di Paolo VI

Questa sera e domani sera su Rai1
Il superfluo dei ricchi è proprietà dei Poveri


(Sant'Agostino)

Il 4 dicembre 1964, nel discorso pronunciato a Bombay, Papa Paolo VI dichiarava: "Che le nazioni possano smettere la corsa alle armi e consacrare invece le loro risorse e le loro energie all'assistenza fraterna ai paesi in via di sviluppo. Che ogni nazione possa devolvere anche una parte delle sue spese militari ad un grande fondo mondiale per la risoluzione dei numerosi problemi che si pongono per i tanti diseredati della terra".
Tratto da "La civiltà dei semafori di Raoul Follereau 1969)




Egoismo ed altruismo ( Olio ed acrilici su tela 50/80 di Pino Santoro)
(opera disponibile)

giovedì 27 novembre 2008

Rovistando nel mio passato

In questi giorni, risistemando la mia libreria, ho trovato un fascio di fogli, scritti a mano, contenente mie annotazioni risalenti ad alcuni anni fa.
Ecco un racconto che mi ha particolarmente colpito:

- Parecchi anni fa, mentre,
giovane e spensierato, camminavo per le strade di Ceglie, la mia attenzione fu catturata da una persona che, seduta davanti all'ingresso di una rimessa, si destreggiava con un oggetto tra le mani e un fascio di steli per terra. Quando fui abbastanza vicino, vidi che stava realizzando un panaro. Il signore, che aveva sui sessanta anni, si destreggiava con gli steli intrecciandoli con grande maestria intorno ad un'anima o intelaiatura di rami di ulivo.
Il lavoro era appena agli inizi e preso dalla curiosità mi avvicinai superando la mia normale timidezza. Gli chiesi se potevo guardarlo mentre costruiva il panaro. Lui, molto cordialmente, mi disse che gli faceva piacere se restavo e porgendomi una sedia, mi fece accomodare. Euforico per aver catturato l'attenzione sul suo lavoro, riprese di gran lena a intrecciare gli steli intervallando con delle spiegazioni teoriche il lavoro che eseguiva: "per il fondo vinghje d'alije o sobbacavadd' che crescono sui tronchi di ulivi. Per la parte laterale listelli ricavati dalle canne tagliate longitudinalmente in quattro parti. Le canne devono essere ancora verdi perché sono più elastiche. La chiusura  e il manico del panaro viene realizzata con vinghjie d'alije. Un ritocco col coltello alle punte che fuoriescono dall'intreccio e il capolavoro è bell'è fatto."
Con l'orgoglio di chi ha creato un capolavoro me lo porse per farlo ammirare. Era impeccabile, curato nei minimi particolari. Il mio sguardo si fissò principalmente sull'espressione di soddisfazione dell'autore, che ammirava estasiato la sua creatura.
Improvvisamente nella memoria,  svegliato da un lungo letargo, riaffiorò il ricordo dell'espressione che aveva mio nonno, che, dopo aver realizzato i suoi oggetti,  li faceva ammirare ai familiari presenti e in mancanza di essi, a me che avevo sei anni.
Apparve lucido il ricordo di quando, insieme, andavamo a scegliere le canne, a tagliare i rami di ulivo o le scrasce lunghe fino a tre metri che utilizzava per il fondo dei panari. Mentre lui intrecciava io gli passavo gli steli, poi i listelli di canne e di nuovo gli steli di ulivo.
Tutto questo mi passò per la mente, in pochi istanti, davanti a quel signore. Mi accorsi che conoscevo già la tecnica dei panar,  canestr', spurtedd' ...
Lo salutai, grato per quel momento di intensità emotiva e lui cordialmente mi disse di andarlo a trovare altre volte.
Con grande tristezza feci una considerazione: possibile che nella frenesia della nostra civiltà, che predilige la corsa al consumismo ed appiattisce le differenze culturali, non siamo stati capaci di conservare e tramandare un patrimonio di cui dovremmo essere orgogliosi?
Si va perdendo un artigianato che si potrebbe insegnare a scuola nelle ore di artistica.

L'artigianato oltre che rappresentazione materiale delle radici di un popolo è l'espressione primordiale dell'arte in quanto se pur oggetti con finalità di uso comune, emerge da essi una certa impronta estetica che appaga l'occhio di chi guarda. -

domenica 23 novembre 2008

...ma conosco l'italiano

A tutta la blogsfera cegliese, per rilanciare in meglio e in positivo l'attività di una comunità che, al di là di tutto, rappresenta comunque la vivacità e la voglia di cambiare della nostra città.
"Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, nella quale si è discusso delle manifestazioni per celebrare il Centenario del Manifesto Futurista, nonché del suo esponente Emilio Notte, in maniera trasversale i gruppi consiliari hanno convenuto, visto il loro potere di indirizzo, di chiedere all’Amministrazione Comunale un intervento immediato per valutare la necessità del restauro di alcuni quadri del Maestro Notte, nostro concittadino. Previa la consulenza di un esperto in materia, sicuramente necessitano di un restauro, oltre che di una migliore conservazione, i tre quadri appartenenti all’epoca futurista, ovvero “La popolana”, “L’Allieva” e “Piazza mercato”, datati tra il 1916 e il 1921.
Purtroppo l’Amministrazione Comunale non ha raccolto tale invito, non ritenendo l’iniziativa prioritaria.
Tra dieci giorni scade il bando della Regione Puglia per i finanziamenti alle iniziative culturali (delibera G.R. n.1568/07) che se opportunamente attivati potrebbero rappresentare una occasione per realizzare il restauro delle tele.
Considerata la condivisione dei diversi gruppi consiliari, riteniamo un grave errore lasciar cadere questa possibilità nel vuoto, soprattutto perché i quadri andrebbero restaurati prima della futura allocazione nella nuova Pinacoteca comunale del Castello.
Ci rivolgiamo, quindi, a tutti i blogger cegliesi e agli amici della rete, senza distinzione alcuna, affinché si attivi una sensibilizzazione, una petizione in rete, per sollecitare l’amministrazione a fare propria la volontà consiliare e ad attivarsi per non perdere l'occasione del finanziamento regionale.
Una progettualità concreta per il restauro di alcune opere del Maestro Emilio Notte sarebbe il modo migliore per celebrare il Centenario ed il nostro illustre concittadino.
Nicola Ciracì, Angelo Palmisano, Franco Nigro

Il post precedente dimostra ampiamente che davanti all'Arte cadono gli steccati culturali, religiosi e ideologici.



Cerchiamo di non essere una delle poche eccezioni, ma soprattutto mettiamo da parte, una volta ogni tanto, gli interessi di parte e consideriamo l'Arte per l'Arte. E


"...nessuno si senta escluso..."





martedì 18 novembre 2008

Siamo troppo distanti....

Nella blogosfera cegliese, in molti post e commenti, si spera in un censimento dei trulli nel territorio di Ceglie Messapica ma, una sorda Amministrazione, pensa di abbattere una struttura d'epoca in via Vespucci per dei nobilissimi parcheggi. Sono semplicemente senza parole.
In molte occasioni qualcuno ha lamentato la mancanza da parte mia di prese di posizioni su alcuni problemi.
Scusatemi ma ho deciso un silenzio assordante su Emilio Notte, su Pietro Gatti, sui Cento Scaloni, su un Centro Storico alla deriva, su un Monterrone vittima di scempio... e mi fermo qui perché la lista sarebbe lunga.

Non si può ridurre il bene di una città a bassa politica.

sabato 15 novembre 2008

Torna www.pinosantoro.it

Torna a rivivere il sito d'arte www.pinosantoro.it dopo un periodo di quarantena dovuto ad un'infezione virale diffusa da hacker nullafacenti.
Con l'aiuto di Sidbarrett è stato ripulito e disinfestato ed ora, anche se momentaneamente  in versione più spartana, è disponibile per essere visitato senza problemi.



Il volo dei ricordi (T.M. su tela 40/50 di Pino Santoro)

venerdì 14 novembre 2008

Tra verità e opinioni Eluana attende






Libertà




Libertà non sue


l’uomo vanta.


Alone di memorie


che inesorabile


dissolverà il tempo.


Altri chiamerà in sua vece


roulette della vita.


Nulla è libertà già scritta.


Può la mente carpire verità


o sua dote è l’opinione?


Annaspo ameba


dentro abissi di pensieri.


Da "Proscenio bianco di calce" di Pino Santoro


Verità ed opinioni su internet


giovedì 13 novembre 2008

Poesia



M'inebria pace
se raro in ogni anfratto
dilaga silenzio.
Raggomitolate albe
dipano settembrine
quando sole frantumava
residui di cobalto
e fichi d'india attendevano
freschi di rugiada.
 
Riposi rossi di oleandro
filtrano da fessure del passato.


Pino Santoro

sabato 8 novembre 2008

Poesie




Pipa di creta


 


Tra solchi di terra


guerre giocavo


di speranze fresco germoglio.


A sera tra volute


di pipa di creta,


accanto a profumo


di grano vigliato,


inglobavo meraviglie


e pagine di saggezza antica.



Albero provato


da tempesta della storia.


Non se ne parla mai abbastanza


lasciate_che_i_fanciulli

Lasciate che i fanciulli vengano a me (T.M. su tela 50/60 di Pino Santoro)


La pedofilia è un cancro della società.


"Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!"

(Matteo 18,6.7)




giovedì 6 novembre 2008

Promuoviamo le 3 E


Energia Efficienza Economia


Storia della luce: seconda parte

I primi scienziati della luce
















    Cesare Silvi   

 Storia della luceIl XVI secolo segna il risveglio dell'interesse per l'ottica e con esso si moltiplicano i tentativi di decifrare la natura intima della luce al di là della sua parte "visibile". Leonardo, Galileo, Newton e Huygens sono i primi grandi scienziati che vi contribuiscono.
Nella prima puntata di questa rubrica avevamo raccontato di una lettera del 1614 nella quale Galileo esponeva alcune sue intuizioni circa l'immensità dell'energia della luce del sole. Si tratta di una delle tante testimonianze lasciateci dai grandi scienziati dei secoli XVI e XVII sui tentativi di capire la natura della luce in tutte le sue numerose manifestazioni; nella visione dell'occhio, nell'arte, nell'illuminazione naturale e artificiale, nell'osservazione con strumenti ottici via via sempre più sofisticati e nelle osservazioni astronomiche da questi rese possibili. A noi, per la storia che stiamo raccontando sulla tecnologia fotovoltaica, interessano in particolare le intuizioni e i tentativi mirati a decifrare e descrivere la luce che, a quel tempo, nessuno sapeva cosa realmente fosse.
All'inizio del XVI secolo, alcuni grandi scienziati del Rinascimento come Leonardo da Vinci, riscoprirono l'interesse per l'ottica, vale a dire per lo studio della luce e dell'interazione tra luce e materia, esplorandone la sua natura con ardite intuizioni e fabbricando vari dispositivi per manipolarla. Leonardo fu forse il primo ad intuire l'esistenza di componenti non visibili della luce e a ipotizzarne la sua natura ondulatoria, arrivando perfino a pensare che i corpi emanassero allo stesso modo onde luminose, termiche e magnetiche. Questa intuizione di Leonardo pare ebbe origine dall'osservazione della natura, in particolare, del vento "che si muove come un'onda nel grano, un'onda che sembra viaggiare attraverso il campo senza che le spighe si stacchino dal suolo". All'inizio del XVI secolo le conoscenze di Leonardo sulla luce andavano ben al di là del sapere comune. Spaziavano dalla composizione dei colori nella pittura, alla fisiologia dell'occhio; dal funzionamento della camera oscura, ai dispositivi per l'illuminazione artificiale. Alcuni pensano che molte conoscenze di Leonardo si diffusero con difficoltà tra i contemporanei anche per una sua presunta preoccupazione di mantenere la segretezza sulle sue scoperte e sui suoi progetti. Tanto per fare un esempio; quando intorno al 1515 cominciò a costruire un enorme specchio parabolico per produrre calore utile nell'industria e per scaldare l'acqua, pare che, al fine di mantenere il segreto, diede a questo suo progetto il fuorviante nome di "Prospettiva".

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mercoledì 5 novembre 2008

Che divertimento!!!

Gli hacker hanno attaccato e affondato il sito www.pinosantoro.it
Spero di recuperarlo il più presto possibile.

martedì 4 novembre 2008

Il prete che viveva con sorella povertà

Spesso per incontrare persone straordinarie basta guardarsi  semplicemente intorno.
Don Gianfranco mi ha dato l'occasione per approfondire la conoscenza di un nostro concittadino, un prete che aveva appieno compreso e adottato  l'insegnamento di San Francesco vivendo con sorella povertà.
Non è stato necessario andare lontano alla ricerca di testimonianze su di lui. Mio padre lo conobbe personalmente e da ragazzino ascoltavo i suoi racconti. Molti di essi sono una conferma di quello che viene riportato da "Uno sguardo su Ceglie"
Veniva  spesso alla  chiesa di Natalicchio a pochi passi dal terreno di mio nonno,  per cui si conoscevano bene ed era nata una stima e una venerazione verso questo prete che viveva umile tra gli umili.
Girava infaticabile per le contrade, non solo di Ceglie, incurante delle condizioni atmosferiche. Spesso, in piena estate, esausto per la calura estiva, assalito dall'arsura, passando vicino ad un albero di fichi, ne coglieva uno per ristorarsi. Subito dopo lasciava la strada, per recarsi all'abitazione di mio nonno per avvisarlo dell'appropriazione indebita:
Don Pietro: "Nunnu Piè vite ca m'agghje fatte na fiche da l'areve".
Mio nonno: "Don Piè a vinut fin'aqquà pi na fiche? Ca fatte tutte quide ca uè. Scià mu ti ni ccogghje nu panare i tu puert."
Don Pietro: None, none, bast iun' pi mi luà a secch.
Mio nonno: Uè mang cu nnu? Mu priparam' nu muccon'.
Don Pietro: Na vi pigghiate fastidje,  me baste na fedde de pane cu na cipodde, accussì m'a ditte a Madonne.
Altre volte chiedeva semplicemente  "na padduttecchje de fave" o pane e fichi.
Ricevuto il dono ringraziava per la generosità e si rifocillava, mai sedendosi su sedie o "vangh" ma sui sassi.
La sera c'era l'usanza della recita del rosario e per l'occasione si riunivano alcune famiglie del vicinato. Capitava sovente che l'infaticabile prete si trovasse a passare. I presenti sospendevano la recita per accoglierlo e lui:  "No, no vi prego continuate non interrompete il Rosario, fate come se non ci fossi".  E se poteva si fermava volentieri a parteciparvi con grande umiltà.

venerdì 31 ottobre 2008

Retrospettiva


L'artista Pino Santoro intervistato da L'Idea di New York



Lunedì, 9 maggio 2005



 



1. Maestro Santoro, da quanti anni si è dedicato alla pittura?



Ho sempre avuto un rapporto preferenziale con l’immagine rispetto alla parola. Ho vissuto la mia infanzia, negli anni ’50, in un mondo contadino ancora tradizionale ed ho assorbito i colori forti e violenti dei paesaggi della nostra Puglia, degli straordinari tramonti dietro il verde dei secolari ulivi, dei bianchi accecanti di casolari dipinti di calce sferzati dal sole, del giallo oro del grano, del rosso dei papaveri, del nero delle notti illuminate soltanto dal cielo stellato o dalla luna. E’ stato naturale per me trasferirne le emozioni sulla tela. Negli anni ’70 ho sentito il bisogno di non tenere per me tali sensazioni, ma di comunicarle agli altri, ed ho cominciato a proporre le mie opere ad un pubblico che, con mio grande piacere, è diventato sempre più interessato e partecipe.    



 



2. Potrebbe spiegare quali sono state le più rilevanti evoluzioni stilistiche che ha avuto la sua arte?



Come ho detto in precedenza, ho uno stretto rapporto con l’immagine. Inizialmente, quindi, ho sentito la necessità di trasferire sulla tela la bellezza dei nostri paesaggi e la poesia della realtà contadina. La mia fase iniziale è cominciata con il Realismo fino a sfociare nell’esasperazione tecnica e nella resa fotografica dell’Iperrealismo. In una successiva evoluzione, dopo un periodo di pausa e di decantazione, lontano dalla pittura, di circa cinque anni, ho sentito l’esigenza di una ricerca  orientata verso il trascendente e il suo rapporto con l’immanente, realizzando quindi, quel bisogno, che accomuna tutti gli uomini, di spiritualità e di ricerca interiore, approdando al Metafisico che mi ha dato, a livello internazionale, molti consensi, tra i quali il recente riconoscimento di “Erede di De Chirico”.



 



3. Lei s'identifica con lo stile "metafisico"? Potrebbe approfondire tale definizione per i nostri lettori?



 La Metafisica, per sua stessa definizione, rappresenta tutto quello che è al di la della realtà fisica e del percepibile. Sono un convinto assertore dell’idea che l’arte è il punto d’incontro tra il mondo razionale ed una dimensione interiore, metarazionale. L’arte può essere, al pari della filosofia, un mezzo di ricerca del punto di fusione e di equilibrio dei grandi e spesso inconciliabili dualismi che ispirano l’attività umana. Immanente e trascendente, di­lemma irrisolto, antico quanto l’uomo, è uno dei temi che non mi rassegno a lasciare senza risposta e penso che l’arte possa dare il suo contributo al­la soluzione del grande quesito. Questi concetti, appunto, sono rintracciabili in quella corrente artistica che si identifica con il “Metafisico”. Questo, però, non mi conduce a ricerche filosofiche sterili, lontane dalla realtà. Tramite essa cerco di dare un contributo sociale positivo, denunciando le devianze a cui ci porta una società estremamente materialista e tecnologica, senza il supporto di un codice etico che segni i limiti oltre il quale ci rendiamo simili agli animali.



 



4. La sua opera "evoluzione orizzontale" mi ha colpito per l'efficacia nel rappresentare quella che parrebbe l'inevitabilità della metamorfosi evolutiva dell'essere umano da protoscimmia a robot. Il tutto riporta ad Asimov ed anche un poco ad H.G. Wells. Che cosa l'ha stimolato a dipingere questo magnifico quadro? (approfondisci la spiegazione sul contenuto delle immagini, se vuoi)



Questa opera potrebbe sembrare estremamente pessimista riguardo al futuro dell’umanità se non è inserita nel suo giusto contesto. Penso che l’uomo abbia tutti i requisiti per difendersi se è a rischio la sua sopravvivenza e lo dimostra quando si mobilita contro le catastrofi naturali (ne abbiamo avuto l’esempio, di recente, nel disastro per il maremoto nel sud-est asiatico). Il quadro invece vuole essere solo una provocazione, una scossa nel tentativo di invertire una rotta che porta allo svilimento di una parte importante della natura umana. Per “Evoluzione Orizzontale” intendo che la nostra civiltà ci sta portando a delle scelte che sacrificano la parte meno visibile, ma non per questo meno importante, della natura umana che ci fa desiderare una ricerca spirituale, verticale, a favore di una ricerca materiale e che io definisco orizzontale.  Non dobbiamo essere attaccati ad un esasperato materialismo, classificando banale tutto il resto, abbiamo disimparato a guardare verso l’alto. Ci vergogniamo di rimanere estasiati davanti a bellissimi tramonti, a cieli stellati, di stupirci per una coinvolgente poesia, di guardarci dentro. Abbiamo impiegato milioni di anni di evoluzione per acquisire queste facoltà che sono il sale della vita e la rendono bella da vivere. Il quadro è un invito a non superare quella barriera oltre la quale non ci potrebbe essere più possibile un ritorno e che ci renderebbe simili a un robot o addirittura essere sostituiti da esso.



 



5. Quali progetti artistici ha per il futuro?



Penso che il miglior modo di vivere l’arte è quello di non considerarlo mai un lavoro. Per me è stato sempre un hobby, una passione che mi ha già dato moltissimo. L’attuale genere stimola ancora la mia vena artistica ma non trascuro altre vie. Da alcuni anni ho acquisito la straordinaria e versatile tecnica della “Computer Art” realizzando con essa collaborazioni con case editrici e manifesti per svariati programmi di associazioni culturali ed Amministrazioni Comunali. Ultimamente mi sono concesso  qualche escursione nell’”Informale”, sia con opere pittoriche che con sculture in pietra e in legno. L’arte per sua natura non è mai statica ma in continua evoluzione.



 



6.Lei scrive anche poesie ed ha pubblicato due volumi. Quanta importanza ha la poesia nella sua vita? Quanto ha influenzato l'arte e viceversa?



Scrivo poesie già da moltissimi anni ma mi sono deciso da poco a pubblicarle. Il mio primo libro infatti è stato realizzato soltanto cinque anni fa. Poesia e pittura per me sono due facce della stessa medaglia. Sono due modi diversi di creare e dare le stesse emozioni; la pittura realizza immagini per mezzo dei colori, la poesia le realizza con la parola. Spesso, nelle mie composizioni, pittura e poesia si intersecano in quanto per alcune mie opere grafiche utilizzo le tematiche di liriche da me stesso realizzate.



 



7. Ha progetti letterari in corso o nel prossimo futuro?



Il mio secondo libro “Rossi di Oleandro” recensito dal poeta Vincenzo Gasparro, è molto recente in quanto è stato pubblicato nel dicembre del 2004, quindi per ora mi concedo una breve pausa. Ho già in mente però di approfondire (sono già a buon punto) una ricerca sulle tradizioni musicali del mondo contadino della Puglia, e del Salento. Oltre alla pittura e alla poesia ho sempre coltivato una terzo interesse, quello della musica,  ed ho fatto parte di gruppi musicali come percussionista. Il mio obiettivo è quello di realizzare una documentazione sulla musica salentina, e sulla tarantella in particolare, il simbolo per eccellenza del nostro territorio.



Manifesto della mostra di pittura nei locali Ex Ferrovia (Amministrazione Pietro Magno)


mercoledì 29 ottobre 2008

Puntualizziamo e chiudiamo la polemica


Sembra che non sei molto gradito da quelle parti gisan. ti stanno forse scaricando? Hanno sicuramente da perdere.
Antonio C.










utente anonimo



La prendo come una battuta la tua, Antonio, perché non sono sicuramente scaricabile in quanto non sono mai stato in carica a nessuno. Se qualche volta ho chiesto degli spazi per potermi esprimere, dopo il primo no non ho più insistito anche se era nel mio diritto non volendo peccare di presunzione. Se si chiude una porta se ne aprono tante altre, quindi non mi preoccupa essere ignorato da alcune persone. Quello che mi dà più fastidio è che quella stessa gente, conosce me e la mia mail quando deve promuovere e caldeggiare le proprie manifestazioni. Ovvero due pesi e due misure.










Blogger: Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utente Gisan51


Pro memoria

Depliant programma estivo 2003 a cura dell'assessore alla cultura Paolo Urso (amm. Annese)

sabato 25 ottobre 2008

IL GRANDE BLUFF


La folla oceanica di 2,5 milioni di persone si aggirava in realtà sui 200-300mila manifestanti. Numero a cui si dovrebbe sottrarre i 'sovvenzionati'...
Ma quello che è lampante è l'ormai chiara divisione tra il PD del Nord e quello Romano. Infatti Veltroni non ha ancora deciso se  rompere con l'Idv e il suo giustizionalismo alla Tafazzi e non sa ancora se 'deve' considerare Berlusconi un avversario da contrastare ma non demonizzare.



ombra veltroni



E così il povero Walter non trova pace
se non scrivendo novelle...











sabato 25 ottobre

dal blog dell'amico Francesco, www.leggendoescrivendo.splinder.com e dal portale   www.salviamoitalia.net


A quanto pare nel PD, non avendo più immagini di folla oceanica, usano un manifesto taroccato per la manifestazione del 25 ottobre a Roma con la partenza dei due cortei da Piazza della Repubblica e Piazzale dei Partigiani, e seguente comizio del Veltroni al Circo Massimo ore 17. A quanto pare quelli dell’Ufficio propaganda del Pd, invece di usare i mezzi a loro disposizione, vedi la nuova TV di partito oppure usare le casse di risonanza del loro alleato tramite i blog, che ti vanno a fare un manifesto che ritrae la folla di fedeli a San Pietro, il sacro ed il profano. Ma forse la scelta è stata per evitare che ci fossero bandiere arcobaleno, o peggio che ci fossero bandiere rosse o quelle dell’Ulivo o dell’Idv ; cosa c’era di più sicuro che una bella foto di piazza San Pietro, solo che gli è sfuggito qualcosa che tra i presenti fanno belle mostra preti e suore . Difatti guardando bene la foto si vedono prelati con il loro bel collarino bianco, suore preganti, bandiere del Portogallo e della Polonia ; ma non solo si nota anche la transenna di legno che delimita il confine tra l’Italia e il Vaticano, come dice Capezzone : errare umanum est perseverare è veltroniano…; e se per la manifestazione contro il governo, usano mezzi pubblicitari chiedendo aiuto al popolo del Vicario di Nostro Signore, stanno proprio alla canna del gas.
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domenica 19 ottobre 2008

sabato 18 ottobre 2008

Non se ne parla mai abbastanza

Due incidenti a settimana sono davvero tanti per una strada comoda e larga come la Ceglie-Francavilla. Oggi quasi all'imbocco della strada della Carcara c'è stato un ulteriore scontro. Non conosco la dinamica di questo in particolare ma la maggior parte dei precedenti incidenti sono dovuti all'alta velocità, a sorpassi proibitivi ed ai soliti cellulari in una mano e lo sterzo nell'altra.
Non è allarmismo il mio, basta scorrere i blog di questi giorni per rendersi conto che è una triste realtà. In un post precedente l'ho definita la strada della morte
.
Come in quel caso ripeto anche qui;
La vita è unica ed irripetibile e alla sua perdita non esiste rimedio.

venerdì 17 ottobre 2008

Avvertenze per l'uso

C'è  il rischio che dopo aver adempiuto a questo passaggio obbligato,  perché lo prevede la legge, dell'ascolto dei cittadini sul VAS, non venga tenuto conto delle proposte scaturite dall'incontro e si faccia tutt'altra cosa. Personalmente, questa sera, annoterò sul computer volta per volta le vostre idee,  in modo da tenerle nella giusta considerazione.

Parola di Borri

martedì 14 ottobre 2008

La miopia non diventi cecità


"Alla collina-acropoli, ove sorgeva il tempio degli dei, nell'antica Messapia, si accedeva mediante una ripida scalinata, ancora oggi esistente, sia pur modificata in epoca medievale, ‘i cento scaloni’ (sono in realtà 109 gradini)."
In realtà non sono più 109 perché gli ultimi sono stati tolti quando fu allargata la circumvallazione.
Bene per il progetto di recupero dei Cento Scaloni ora siamo in attesa dell'avvio dei lavori.
La domanda corretta non è se si costruirà a ridosso dei cento scaloni ma se si continuerà ad edificare visto che già ci sono manufatti ultimati o in fase avanzata.






Ecco cosa riportava il blog di Pino Scaccia, qualche mese fa, sull'argomento.

venerdì 3 ottobre 2008

Rinfreschiamoci le idee



Veduta di Locorotondo


Veduta di Ceglie

Un anno fa su questo blog proponevo le vedute di alcuni paesi vicini,  nella speranza che si prendessero come esempio. Per Ceglie, purtroppo, diventa sempre di più un'utopia.


giovedì 2 ottobre 2008

Solidarietà a Cegliemessapica

Purtroppo io ho dovuto da tempo fare la scelta per il mio blog di interdire gli anonimi e non la ritengo assolutamente una sconfitta (come non la ritengo quella del blog Cegliemessapica). Ho solo tolto l'opportunità a degli imbecilli di fare i Pasquino di turno (con tutto il rispetto per Pasquino che combatteva una battaglia per la libertà). Mi dispiace per Ceglie che uno di quegli anonimi, che mi ha denigrato in passato è politicamente impegnato, ma le urne sono un'opportunità per tutti. Con alcuni di essi il consiglio di iscriversi a Splinder è inutile perché molti di quei commenti sono solo momentaneamente anonimi ma in realtà fanno parte della piattaforma. Ma la vigliaccheria ha la meglio su di loro.
Peccato che non passa il messaggio che noi facciamo un servizio di pubblica utilità completamente gratis e senza contributi di nessuno. Anzi in alcuni casi paghiamo di tasca nostra. Siamo riusciti ad aggregare in rete gente che nella vita non si sarebbe mai incontrata. Molti di questi incontri si sono concretizzati nella realtà. Facciamo informazione, cultura, storia, educazione ambientale ed altro come un'associazione in piena regola ma c'è chi usa questo mezzo solo per farsi pubblicità invece di dare risposte.
E' un provvedimento drastico, non antidemocratico, caro Giacomo, ma il servizio utile del blog non viene intaccato minimamente.


A Ceglie

Neve vanitosa


in fiocchi ballerini esordisce


su proscenio bianco di calce.


In penombra silenziosa


arabesco albe radiose


e schiudo per te primavere.


Aura diffusa di antico,


impalpabile abbraccio,


non trasforma in santuario da amare.


Con false promesse


ti possiedono amanti di turno.


Pino Santoro (Proscenio bianco di calce)




domenica 28 settembre 2008