domenica 28 maggio 2006

I poeti della mia terra


I poeti della mia terra

non emigrano mai

si portano chini ed alteri

in ogni spigolo la propria patria.

 

I poeti della mia terra

conoscono il nome di tutte le pietre

e non le scagliano mai

perchè sanno dei peccati del mondo.

 

I poeti della mia terra

non chiedono nulla per sè

se non danno agli ultimi

finché possono tutto ciò che possono.

 

I poeti della mia terra

hanno un cuore nuovo e spalancato

per ogni figlio perso

e nuovamente accolto e ritrovato.

 

I poeti della mia terra

raccontano da sempre

urlando ai piedi di una croce

il pianto di chi non ha voce.

 

I poeti della mia terra

seppelliscono i loro morti

sotto la nuda coltre dell’eterno

e si sentono oltre

e si sentono forti

i poeti della mia terra... 

Poesia di Damiano Leo tratto da "Le strade del cuore"

sabato 27 maggio 2006


SCHEDA DI DAMIANO LEO


     Damiano LEO è nato il 6 maggio 1955 a Ceglie Messapica (BR). Membro Honoris Causa dell’Accademia Universale “Federico II di Svevia”. Premiato in molteplici concorsi nazionali ed internazionali. E’ risultato finalista al premio Nazionale di Poesia “Vittorio Bodini” (edizione 1999) e con sue liriche inedite ha partecipato alla realizzazione delle Antologie sulla condizione della poesia in Puglia e Basilicata: L’Anemone e la luna, Dalla soglia di un sogno, Il segreto della tenerezza, La parola incantata. Con la silloge inedita Le Strade del Cuore è giunto terzo alla XIII edizione dell’Europremio Letterario “Città di Corato” – Oscar “Antonietta Di Bari Bruno” (ottobre 2002).

       Inoltre Damiano LEO, per la sezione libro edito, si è aggiudicato il “Città di Crispiano” (ottobre 2005) e il “Città di Taranto” (dicembre 2005).

       Ha pubblicato: Orme d’Echi, Padre Tempo e i sette figli, Canto per Ceglie, Incontri, Sentimenti, L’Amante di Nettuno, Tralci d’Antichi Eden e Le Strade del Cuore.

giovedì 25 maggio 2006

SCHEDA DI RITA SANTORO MASTANTUONO

 

 

         Rita SANTORO MASTANTUONO è nata e resiede in Ceglie Messapica (BR), in pensione, dopo diversi anni d’insegnamento nella scuola elementare.

         Anche se ormai non vedente, continua nella produzione letteraria che tanto le sta a cuore.

         Ha collaborato con importanti riviste proponendo poesie, racconti e saggi.

         E’ presente in diverse Antologie.

         Ha ricevuto ambìti premi anche in campo internazionale.

 

Al suo attivo le seguenti silloge edite:

-         Margherite negli occhi – Club degli autori – Bologna

-         Dalle radici dell’anima – Pellegrini – Cosenza

-         Il pane dell’attesa – Gabrieli – Roma

-         Vene di luce – Portofranco – Taranto

-         La riva sommersa – Portofranco – Taranto

-         Per cieli d’albe – Portofranco – Taranto

-         Crisalidi e sole – Lisi – Pulsano – Taranto

-         Un respiro, un sogno, una parola – Portofranco – Taranto

-         Nel solco del tempo – Dellisanti – Massafra (TA)

-         Nei sentieri del vivere – Dellisanti – Massacra (TA)

-         Con te mio Dio – Portofranco –Taranto.

E’ di questi giorni la pubblicazione della sua ultima raccolta poetica: “Grappoli di sogni”, edita sempre da Antonio Dellisanti di Massafra, silloge, questa, che presto sarà tradotta anche in Grecia.

sabato 20 maggio 2006

SCHEDA ARTISTICA DI PINO SANTORO 

 

        Nato a Ceglie Messapica Pino SANTORO ha compiuto gli studi classici al “Liceo Parificato al Trionfale” di Roma. Di formazione artistica autodidatta, sin da giovanissimo ha sperimentato varie forme di arte, dalla musica alla poesia. Negli anni '70 approda alla pittura e alla scultura.

       Come vignettista ha collaborato con il periodico locale "l'Idea". Ha realizzato vari manifesti: la “40a Coppa Messapica”, il “35° Presepe Artistico Grotte di Montevicoli”, “Ceglie-Estate”, “Dicembre Musicale”, “Presepe Vivente nel Centro Storico”.

        Numerosi i premi e riconoscimenti conseguiti tra i quali: “Premio Città di Brindisi”, “Trofeo Oscar Puglia”, due volte il 1° Premio al Concorso “L’uomo e il suo Tempo”, Medaglia d’argento “Benemerenza 1995”, Medaglia d’oro “Biennale di Venezia”, 1° Premio al Concorso “Pensieri del 2° Millennio”, tre volte il 1° Premio al “Concorso Internazionale OggiFuturo”, 1° Premio al “Trofeo Città di Lecce”, 1° premio al “Great Contemporary Painters”, Titolo di Cavaliere dell’Arte a Milano, riconoscimento “Erede di De Chirico” a Novara, titolo di Maestro d’Arte, assegnato dal Centro Universitario Accademia di Francia, membro dell’Accademia Internazionale dei Micenei di Reggio Calabria, dell’Accademia Greci-Marino di Vercelli e dell’Accademia del Fiorino.

        Ha esposto in numerose Gallerie d’Arte e Fiere italiane ed internazionali.

        Si sono interessati di lui i critici: Alemanno, Cracas, Amodio, Tanelli, Perdicaro, Belgiovine Scatigna-Minghetti, Falossi, Argelier, Pasolino, Baldassarre, Conenna.

       E’ stato recensito dalle testate giornalistiche di New York: “L’Idea Magazine” e “Il Ponte Italoamericano” oltre che da quotidiani nazionali e riviste specializzate del settore artistico.

       Le sue opere si trovano in numerose e prestigiose collezioni private di diversi Stati Europei ed Americani.

        Ha pubblicato due libri di poesie: “Proscenio Bianco di Calce” e “Rossi di Oleandro”, che sono un viaggio nostalgico in una civiltà contadina del passato carica di musica, colori ed estenuante lavoro, recensiti rispettivamente da Damiano Leo e Vincenzo Gasparro.

          Il suo sito ufficiale è www.pinosantoro.it

 

mercoledì 17 maggio 2006

SCHEDA ARTISTICA DI VINCENZO GASPARRO

  

       Vincenzo GASPARRO è nato a Ceglie Messapica (BR) dove vive e insegna. Collabora attivamente a diversi giornali nazionali e locali.

         Ha esordito con un importante libro in cui movente memoriale e storia trovano un incontro di ineccepibile effetto, costituendo preciso riferimento documentaristico e coinvolgente intonazione narrativa dove commento e umorismo sono magistralmente distribuiti e dosati: “La pampanella amara (vent’anni di storia e memoria a Ceglie Messapica 1960 – 1980)”, uscito nel 1989.    Del ’94 è invece è l’esordio poetico con “Taccuino”, connotato da un terzo ed essenziale lirismo raccolto in una interessante sintesi linguistica e visuale, oltre che dalle inedite ed efficaci immagini evocate; le quali si ripresentano, innestate in più intensi tratti meditativi, nelle successive raccolte: “Parole mai distratte” (2000), “Grazie per i balconi fioriti” (2001), “Barchette arancio e limone” (2002), venato da equilibrati accordi di ironia e non ignaro di classiche tradizioni e “Nel mattino disperso” (2004), testo di successo presentato in vari incontri letterari dal suo editore.

         Il “Dizionario ragionato degli scrittori italiani del ‘900”, curato da Rodolfo Tommasi, indica Vincenzo GASPARRO tra le voci più rappresentative del secondo ‘900.

          E’ presente nella “Storia della Letteratura Italiana del Secondo Novecento”.

Si sono occupati tra l’altro le riviste: Atelier, Poiesis, Punto d’Incontro, Ellin Selae.

          E’ presente nel testo “La saggezza della Letteratura” edizioni Laterza con un saggio di Rosario Jurlaro.

martedì 16 maggio 2006

SCHEDA ARTISTICA DI PIETRO GATTI


 


Pietro GATTI  nato a Bari, nel 1913, in modo del tutto accidentale e “non incidente sulla sua vita”, come scrisse lui stesso in una nota autobiografica. I genitori si erano trasferiti nel capoluogo pugliese per permettere alla madre di frequentare un corso di ostetricia. Il piccolo Pietro, ancora di pochi mesi, fu portato a Ceglie e qui si “radicò profondissimamente”. Studiò in seminario per cinque anni. Ne venne fuori approdando, con insofferenza, all’insegnamento elementare. Quindi fu dipendente comunale dal 1938 al 1974, anni in cui la poesia batteva così forte da indurre il poeta al pensionamento anticipato.


         Infiniti sono i riconoscimenti critici per la produzione artistica del poeta cegliese Pietro GATTI. Fra coloro che si sono occupati del nostro poeta  ci piace citare il critico e docente di glottologia presso l’università di Lecce, Mario D’Elia, con “La poesia dialettale di Pietro Gatti”; Macrì con una puntigliosa recensione apparsa su “L’albero”; Mario Marti con “Notizie dal Salento: la poesia dialettale del cegliese Pietro Gatti”; i nostri concittadini Giuseppe e Pietro Magno in “Storia di Ceglie Messapica” e ancora Vincenzo Gasparro  in “La pampanella amara” e l’illustre rettore dell’università di Lecce, Donato Valli, fraterno amico del Gatti.


         Con Gatti il dialetto cegliese è entrato a pieno titolo negli studi di dialettologia. L’esordio alla carta stampata è segnato da una breve silloge edita dalla Tipografica di Ceglie nel 1973 con “Nu vecchju diarie d’amore”: un canzoniere a carattere autobiografico che già tendeva ad un simbolismo immediato, di un’istintività pascoliana. Nel maggio del ’76, presso Schena di Fasano, vede la luce quella che noi riteniamo essere il capolavoro del Gatti: “A terra meje”. Qui è un continuo rincorrersi di immagini felici, pregne di un mondo di povertà e di miseria, di sudore e di fatica. Sei anni di silenzio editoriale per approdare ad una esaltante fusione di autobiografismo e simbolismo con “Memorie d’ajere i dde josce”. Raccolta poetica, questa, in cui i versi si fanno preghiera. Nel 1984 Pietro Gatti ci regala il suo quarto pilastro: “ ‘Nguna vite”: un dolore-amore tutto meridionale e foscoliano plasma ogni poesia. La morte che “nasce dalla vita”, si confonde con il quotidiano.


         Alle importantissime opere citate Pietro Gatti, grazie alla sensibilità artistica di alcuni amici e all’impegno del Rotary Club – Terra dei Messapi di Ceglie, aggiunge, nel dicembre del 1997 per i tipi della locale casa editrice, “A seconda venuta” (La seconda venuta), opera epica e monumentale con la quale il nostro si consegna per sempre alla storia della poesia dialettale.


         Al maggiore poeta cegliese di tutti i tempi chiediamo, facendo nostra una sua dedica: “… cu nne làsse a porte scaranzate” (… che ci lasci la porta socchiusa).

martedì 9 maggio 2006

.Sud


Sud tra polvere e vento


ombre e luci


sotto la lama del bisturi tagliente


ed il passo faticoso


verso la via maestra


tra dirupi e scoscendimenti


promana dalle rocce


della terra dove un giorno


“Cristo s’è fermato”


ineluso grido.


Sud col volto di mio padre


tra brezze marine aliti d’uliveti


tracce impronte di solchi amari


alla pettura del tempo


Sud che spezza radici


approda in isole lontane


Sud mente


malta cementizia


tra i grattacieli di New York


per le strade di Manhattan


finestra aperta sulle lande


ghiacciate del Canada


sulle rive boscose dell’Australia


Sud in prima linea


e sempre in trincea


Sud braccia


braccia esposte a poco prezzo


sulle bancarelle del mondo


Sud saluti da spedire di lontano


e mille cose da raccontare in solitudine


tra giostre d’echi


che nessuno riesce a spegnere


Passa tra le forche caudine della miseria


l’eroismo senza vanagloria


ed anche la perversione maledetta!...


Sud che mira lontano


aziona suonerie di risveglio


tra frammenti di roccia


costruisce vasi di alabastro


in cui riversa rivoli di poesia


quando spigola il vento


nel fremito di una foglia


e riscopre palpiti di cielo


Sud calore d’onda tumultuante


in arcipelago sommerso


ed impeto di vulcano


per meati sotterranei


Sud natura


anfora di vino spumeggiante


Quando alla gola annoda lacci


l’incertezza del futuro


sarà prepotente la ragione di essere


che spinge a sfidare le nebbie del Nord


alla caligine di ioduri solfuri bromuri


al serpe strisciante della silicosi


negli antri scuri della terra


Sarà la ragione di essere


per resistere alla malinconia lacerante


nelle baracche di laterizi


alla periferia delle metropoli ammaliatrici


acuita a sera da un vecchio giradischi


dai do di petto


di Caruso Gigli e Pavarotti


malinconia


bramosia di sole natio


di quel sole che


non può spedirsi in pacchi


come i salumi caserecci della Calabria


i fichi mandorlati della Puglia


le conserve della Lucania e della Campania


La ragione di essere


scoprendo angoli di mondo


per essere  mondo.


 


Di Rita Santoro Mastantuono